Tommi Space

Buon anno

Il mio 2022 non esordisce al meglio, ma in una combinazione di stanchezza, frustrazione e delusione, per la sessione e altre confusioni blablaeccecc.

Dato che sono anche scemo, il 1° gennaio mi sono immerso nel favoloso, magistrale La morte di Ivan Il’ič, che—tuttavia—tutto definirei eccetto che felice.

[…] stava male, molto male, o non era niente? E gli era sembrato che il senso di tutto quel che aveva detto il dottore fosse che stava molto male. Tutto, per strada, era sembrato triste, a Ivan Il’ič. I cocchieri erano tristi, le case erano tristi, i passanti, le botteghe erano tristi. Quel dolore, quel dolore remoto, sordo, che non smetteva neanche per un secondo, sembrava avesse preso, alla luce degli oscuri discorsi del dottore, un nuovo significato, più grave. Ivan Il’ič gli prestava adesso ascolto con un nuovo sentimento di pericolo.

Pericolo pericolo pericolo. Così Tolstoj mi disarma e mi intrappola in un sentire tormentato e dominato dal dubbio.

Fortunatamente, però, il genio di Jonathan Larson tramite Rent mi afferra, mi scuote e mi ricorda che c’è da alzarsi dal letto e vivere.

Questo nuovo anno non porta con sé propositi né obiettivi, se non l’anelito verso un sentimento potente, vitale, corale, come quello del mio inno per i miei prossimi cinquecentoventicinquemilaseicento minuti, che condivido di con voi. (si apre cliccando sull’immagine):

To days of inspiration
Playing hookie, making something out of nothing
The need to express
To communicate,
To going against the grain,
Going insane
Going mad
To loving tension, no pension
To more than one dimension,
To starving for attention,
Hating convention, hating pretension
Not to mention of course,
Hating dear old mom and dad
To riding your bike,
Midday past the three-piece suits
To fruits to no absolutes
To Absolute- to choice
To the Village Voice
To any passing fad
To being an us-for once-, instead of a them


Buon anno ❤️
Tommi 🤯

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