Tommi Space

Solo

Le 4 di notte, sono in pigiama
in preda alla noia, scendo sotto casa
salgo sul tettuccio di quel fuoristrada
col megafono a palla canto una serenata

Caparezza, Comunque Dada

io in panciolle davanti alla chiesa parrocchiale di San Faüstin e Santa Giovita
io in panciolle davanti alla chiesa parrocchiale di San Faüstin e San Giovita (dove fui battezzato)

Così Caparezza, dopo alcune note di sax tremendamente dolci, esordisce in Comunque Dada; ora però è solo mezzanotte, e per quanto casino io voglia e possa fare, sotto casa non ci sono che fasce incolte e non sarei mai capace di fare più casino degli asini che ad ogni ora della notte si mettono a ragliare.

È da quattro giorni che sono da solo ad Aigovo, San Faüstin, paese quasi deserto poco sopra Agaggio.

un cartello che mostra la direzione per Aigovo

Sono solo, tremendamente solo

Eugenio In Via Di Gioia, Giovani Illuminati

Questi invece erano gli Eugenio In Via di Gioia, dei Giovani Illuminati {che è anche il titolo della canzone da cui ho tratto questo verso} le cui canzoni colorano le mie giornate qui in montagna, ma poiché sono stufo di citare frasi di canzoni solamente poiché trovo molto buffo e contemporaneamente strabiliante che rispecchino il mio essere, verrò al dunque e non spiegherò il perché di ogni frammento di canzone che inserirò, anche se c’è un motivo.

Sono qui in esilio volontario, da solo a pensare ho detto ai miei amici, a pregare ho detto a me stesso. Così, di colpo, mi sono trovato immerso in una solitudine profonda {è da circa 36 ore che non incontro una persona} dalla quale non ho potuto fare a meno di scappare se non con la mia mente, che, trovatasi limitata a se stessa, è stata costretta ad abbattere ogni muro al proprio interno per intraprendere un’evasione non verso l’esterno, ma dentro di sé. Ho cominciato allora a viaggiare, dentro i miei mondi e dentro mondi a me ignoti, in cui forse solo qualcuno mezzo fatto può finire.

Da questa solitudine diventato dipendente.

So lonely,
so lonely…

The Police, So Lonely

La solitudine è dipendenza.

Dirò di più, la solitudine è necessaria.

Più volte, qui, ho perso me stesso; un sacco di volte mi sono detto “che cavolo voglio fare? Ho solo una gran voglia di far serata e distrarmi un po’”, eppure, non avendo alternative, mi sono sempre ritrovato, ho sempre recuperato il filo dove l’avevo lasciato, per poi svolgere tutto il gomitolo ed arrivarne alla fine.

posa fiera in fondo alle scale di casa

In questo modo ho capito che ci manca l’essere soli. Manca a tutti. Nessuno fra chi legge può ritenersi assolto quando dico che non è abbastanza solo a meno che non sia stato più di una mattinata intera senza nessuno, senza nulla e senza far nulla, unicamente in compagnia dei propri pensieri e dei propri sogni.

Non siamo abbastanza soli. È paradossale quanto per una mamma sia preoccupante che il proprio figlio si trovi in solitudine e quanto io invece ora realizzi e comprenda la vitale importanza di questa “risorsa” che tutti abbiamo, sappiamo di avere e tuttavia in ogni momento ripudiamo così ostinatamente.

simpatica signora di ritorno a casa al tramonto
simpatica signora di ritorno a casa al tramonto

Ora viene la parte dove faccio il professore / nonno nostalgico {tuttavia non meno importante}:

nella società di oggi siamo tutti amici. Non siamo mai soli. Se lo siamo, ciò a cui pensiamo ci riporta comunque ad altri. oppure c’è Instagram, che ci fagocita nel suo vuoto incredibilmente pieno di contenuti sconvolgenti. Pensate cosa ciascuno di noi sarebbe in grado di realizzare dopo qualche decina di minuti in cui non ha fatto altro che pensare, per quanto elementare o banale possa essere l’azione che sta per compiere o la decisione che sta per prendere. Vivremmo tutto intensamente, totalmente.

Mi sento bene con le scarpe nuove
mi sento meglio se mi bacia il sole
su un nuovo disco da poter cantare
mi sento TOTALE…

Colapesce, Totale

Mi dicono: Tommi, tu conosci un botto di gente!

Che bello! Per questo sono migliore?

un crocefisso di fronte al bosco
il crocifisso di fronte a cui quando venni battezzato fu piantato un albero che sfortunatamente morì poco dopo

Io mi sento migliore quando so chi sono. Io, quando sono felice ad assaporare l’amicizia ed i momenti in compagnia, è perché questi sono stati preceduti da altrettanti momenti di tranquillità e pace interiore che mi hanno permesso di svuotarmi e godere appieno ogni esperienza.

…Per sentirmi migliore, migliore di me
per sentirci migliori, migliori perché?

Colapesce, Totale

Che invidia verso quelli che girano il mondo, che non si fermano mai, verso Jovanotti che fa dieci serate di seguito! No, chi fa tutto, chi fa troppo, chi conosce tutti, chi sa tutto, chi vuole dire tutto, CHI NON SI FERMA è un coglione.

Chi inciampa, chi soffre, chi dubita, chi sbaglia, chi si rifiuta, chi viene rifiutato, chi fallisce, chi è lento è un grande.

Uff, che sfogo.

Però sono felice -dunque sono un imbecille- {la spiegazione del perché sono un imbecille in questa bellissima intervista ad un genio della psicanalisi che adoro}

In conclusione, solo tre ultime cose: la solitudine è sorprendentemente salutare se trascorsa in uno stato di consapevolezza e totale immersione, ma soprattutto se viene equilibrata con altrettanto tempo trascorso con amici o vivendo esperienze.

In secondo luogo, Non sono il primo scemo che spara queste assurdità o il primo genio che scopre il Sacro Graal per la felicità, {per me realmente è così, comunque} Blaise Pascal, geniale filosofo francese del settecento diceva che ’uomo si rifugia nel divertissement {=Instagram} perché non vuole annoiarsi, non vuole pensare, altrimenti si metterebbe a confronto con la propria miseria; è proprio la miseria che dobbiamo cercare, per poi risollevarci e scalare più in alto di prima.

Infine, in realtà Jovanotti fa un sacco di serate di seguito ma durante il giorno sta da solo a suonare, leggere e concentrarsi, ed è anche per questo che lo stimo un sacco.

A thousand years go by
but love don’t die

The Fray, Love Don’t Die

Nota di ringraziamento

Un grazie speciale a Nonna Gogò che è salita a pulire la casa disabitata da un po’ prima del mio arrivo, a Jean-Marie che è un grande e {fra le altre cose} mi ha permesso di rubare la verdura dal suo orto per sopravvivere {per fortuna non ho dovuto ricorrere a questi mezzi estremi} ed alla mamma che, oltre ad essere andata in avanscoperta con la nonna, venendomi a prendere si è fermata a farmi foto da fashion blogger.

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