Tommi Space

È la volta buona

È da un pezzo che non sono sul pezzo, qui.
Credo che l’ultima email che ho inviato risalga a quasi un anno fa, in cui scrissi di alcune questioni a metà (sia tecniche che non) che ero convinto sarei riuscito a sistemare in poco tempo. E invece no, non ne ho finita una.

Questa, però, è la volta buona; quella in cui mi rendo conto che non devono necessariamente cambiare le cose, ma prima si deve imparare a mutare la prospettiva. In molti casi, le famigerate e onnipresenti “cose da fare” non si esauriscono. La più grande lezione che sto ancora imparando, in un anno letteralmente incredibile, è che non esisterà mai un momento in cui una persona può sedersi su una sdraio, con un cocktail in mano, e proclamare con sincerità non ho proprio nulla da fare, riposiamoci.
Per riuscire a vivere con una minima serenità di fondo, si devono creare spazi di ozio quando non ci sono, spingere in un angolo pensieri negativi e monopolizzanti per affrontare pragmaticamente e con dedizione quello che è davvero importante. E invece no. Io non ne sono mai stato capace.

Questa, però, è la volta buona, quella in cui accetto che non saprò mai essere soddisfatto o, se mai lo sarò, non riuscirò a ritenermi tale. Questa newsletter, che da ora si chiama Parole Sconnesse è finora stata in sospeso, un pensiero latente nella mia testa al quale mi sarei dedicato quando sarei riuscito a mettere le cose a posto e poter scrivere di aver messo a punto – o messo un punto – metodi e sistemi ad-hoc e cambiare stile di vita, riuscendo ad essere più presente e cosciente. E invece no.

Questa è la volta buona, perché sono gioiosamente rassegnato a non scrivere di risoluzioni, svolte o grandi cambiamenti, ma raccontare storie, aneddoti, pensieri non completi. Ho deciso, anche perché non ho altra scelta, di scrivere del cambiamento mentre sta avvenendo e come, piuttosto che analizzarlo una volta terminato, principalmente perché ho realizzato che invece no, non terminerà.

Questa è la volta buona, in cui ammetto di aver (spero temporaneamente) perso (se mai l’avessi avuta) la capacità di scrivere con la pancia al ritmo del battito del mio cuore e invece no, sono solo capace a scrivere con una preoccupantemente fredda e razionale testa, a ritmo di un piede che irrequieto batte sul pavimento.

Scriverò tutto questo con parole sconnesse, perché scrivere difficile è facile e scrivere facile è difficile, ed io non ne sono in grado, però non riesco a resistere e non condividere certi pensieri che mi tengono sveglio di notte.

Parole Sconnesse è il mio modo di essere social, dato che ho eliminato tutti i miei profili (a parte Facebook, dove mi trovate ancora perché non riesco più ad accedere e mi chiedono un documento per farlo ma io non voglio darglielo e quindi sono bloccato fuori da un account che vorrei eliminare, assurdo).

Oggi ho pubblicato L’Arte di Procrastinare, la traduzione di un articolo sulla procrastinazione, del prof. John Perry, che molto gentilmente mi ha concesso di pubblicarla. Lo scrivo perché è estremamente collegato ai primi tre paragrafi di questa email.

Ci sono altre novità, anche se a metà, come il fatto che ho cominciato uno pseudo-podcast che, casualmente, si chiama Sconnesso, che non so più leggere, che il mio nome è su Marte, che sto per cominciare a fare servizio nel Mira 1, di Oriago di Mira, che è un gruppo AGESCI grandioso con persone squisite, che mi hanno accolto in modo speciale. Poi ci sarebbero un sacco di altre cose che adesso mi stanno venendo in mente ma devo uscire e poi ho già scritto troppo e non vorrei esagerare. In linea di massima, tutte le cose nuove le trovate nella mia now page, o restando iscritti qui.

Alla prossima!
Tommi

Ah, per ora effettivmente contenuti veramente validi in questa newsletter non esistono, però sarei ovviamente felicissimo se la inoltraste ovunque nel mondo e se coloro che la hanno ricevuta poi pensassero wow iscriviamoci. Per farlo, basta andare qui.

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