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Il conte di Montecristo

Consegna:

Cercare una o più presenze del tema dell’indagine all’interno di un testo di letteratura narrativa. Si ricorda che non è tanto importante l’occorrenza della parola, ma la centralità del concetto.


È facile intercettare il tema del valore in letteratura, per la molteplicità dei riferimenti ad esso in numerossissime opere; è difficile però selezionarne una sola in cui il concetto sia fondante.

Tuttavia non ho avuto esitazione nello scegliere Il Conte di Montecristo, di Alexandre Dumas.

Apparentemente lontane da quelle dei giorni nostri, le vicende narrate nel celeberrimo romanzo dell’autore francese riescono a raccontare ogni aspetto dell’interiorità umana, dal più deplorevole e privo di valori, al più sincero, virtuoso e affettuoso. Un racconto di metà ottocento, ambientato alcuni decenni prima, ha elementi estremamente vicini a noi ed alla nostra quotidianità, forse per la magistrale abilità di Dumas nel tratteggiare la psicologia di personaggi slegati dalla propria epoca ed appartenenti in realtà ad ogni tempo. Vengono portati alla luce tratti psicologici che prescindono dal personaggio a cui appartengono e dal suo tempo, essendo propri dell’uomo in quanto tale.

Ne Il Conte di Montecristo il valore appare nei due suoi più comuni significati: la chiave di svolta della storia è il ritrovamento di un tesoro inestimabile; grazie ad esso, un povero marinaio distrutto da anni di ingiusta reclusione in una segreta del Castello d’If si trasformerà nel potente, misterioso e vendicativo Conte di Montecristo; contemporaneamente, l’improvvisa e immensa ricchezza acquisita segnano anche una transizione nello spirito del giovane, che diviene uomo. Il valore è ciò che guida il Conte di Montecristo nella messa in atto della sua lenta ma definitiva vendetta.

Anche se il termine vendetta è comunemente utilizzato nel commento a quest’opera, io ritengo sia un concetto troppo brutale per il nobile e profondamente umano spirito del Conte. Il suo grandioso, complicato e dettagliato piano è da me visto come una globale lezione: una giustizia quasi divina incarnatasi in una persona (prima che personaggio) che, come tutti i prescelti da Dio, ha subito vessazioni ed è stato succube dell’egoismo altrui.

Per questo io annovero Il Conte di Montecristo tra i miei romanzi preferiti e sicuramente porterò sempre con me piccoli ma fortemente emblematici passaggi della narrazione, che mi hanno segnato e fatto riflettere. Desidero dunque concludere con una semplice, quasi insignificante, frase rivolta dal conte ad un ospite nella sua isola, dopo aver domandato quale pasto preferisse consumare:

L’uomo propone, Dio dispone

Tutta la durezza e l’ostilità del mondo moderno stanno forse nelle spropositate esigenze dell’uomo rispetto a quanto Dio può disporre?

Un’inquadratura del Conte di Montecristo dall’adattamento in film

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